Un cestino nero pieno di cartacce appallottolate.
Un’immagine che si presterebbe bene a simboleggiare i fallimenti di decenni di dottrine che per cambiare il mondo e per fondare una nuova umanità hanno reso gli uomini schiavi di altri uomini, provocato l’uccisione di centinaia di milioni di persone e dissolto le regole di buona convivenza che da settimane di secoli regolavano famiglie e società.
Ma qualcosa non quadra. In quel cestino c’è anche un crocifisso. E sotto in rosso campeggia una scritta che vorrebbe essere provocatoria, irridente: “E così sia”.
In quel cestino redattori già in eskimo ed ora in polacchine vorrebbero buttare l’icona dell’Uomo Dio che si offre come vittima innocente per far trionfare l’amore sull’odio.
Gente sprezzante che detesta cordialmente chiunque la pensi in modo diverso, che nega ragionevolezza e dignità di interlocuzione a chi non intona i suoi mantra nichilistici, che deride chi cerca un senso nel cammino della vita, quella gente gode nel gettare il Cristo inchiodato alla croce in un cestino di cartastraccia.
Perversi intellettuali scelgono un crocifisso dorato, come a negare spiritualità a una realtà che sarebbe solo mondana, loro che disperatamente consumano un’esistenza tutta confinata a questo orizzonte terreno, cercando per sé quanta più gratificazione materiale possibile.
Sciocchi statistici godono di un’ennesima inchiesta che dimostra che abbonda il peccato nel popolo dei credenti. E di nuovo vorrebbero gridare: Dio non c’è, o meglio Dio non c’è più. Sono rimaste solo le nostre belle polacchine. Baciatecele.
La Chiesa non è minata dal peccato, Cristo è salito su quella croce proprio perché il peccato sarebbe abbondato.
Lo sa ogni credente, lo so io mentre scrivo queste note e conosco e detesto le mie colpe e le tante volte che ho abbandonato gli insegnamenti della Chiesa per inseguire seducenti lusinghe di realizzazione personale, di egoismo, di piacere.
E tremo mentre scrivo, perché il male continua a suonare la sua musica ammaliante all’orecchio della mia anima. Un’anima superba che vorrebbe essere veggente anche quando cammina per sentieri oscuri.
Ma intanto ho scoperto una luce. Intanto ora posso ricominciare un cammino.
È stato un lampo, questa mattina, alle 7,15, mentre cercavo di prendere un treno per andare a scuola.
La copertina blasfema, oscena, idiota, desolata, ebbra di farneticazione campeggiava nell’edicola della stazione.
Un lampo ha dissolto le tenebre della mia pigrizia morale ed intellettuale.
“Left” vorrebbe il Crocifisso nel cestino?
Cominciamo con il buttare questa sinistra nel cestino. Questa sinistra disumana ed immorale. Disperata e disperante. E gettarla così tra le carte sciocche delle sue farneticazioni perché torni a pascersene, gettarla e andare via, riprendendo il cammino, senza rancore.
Marco Presutti
1 dicembre 2009, memoria del Beato Carlo di Gesù (Charles de Foucauld).
“Meccanicismo”, il testamento intellettuale di Giorgio Israel
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«Il titolo è già chiaro nell’indicare il principale proposito del libro, ma
non rende chiara la ricchezza dell’indagine che Israel offre al lettore.
Par...
6 anni fa
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