domenica 23 maggio 2010

fu vera gloria?

Onore a chi ha vinto. L'atto di vincere è in sé carico di bellezza.
Onore soprattutto a Mourinho, immagine dell'intelligenza umana in grado di dare forza, efficacia e trionfo persino a una compagine improvvisata e storicamente perdente. Un'intelligenza in grado di scoprire un talento nascosto e disprezzato come quello di Milito, un esempio di bellezza agonistica in questi anni di sport professionistico da antiemetico.
Due sono le questioni aperte.
Se la forza dell'inter sia anche la forza del calcio italiano.
Se questa forza si conserverà anche ora che il buon Mou ha scelto di restare a Madrid.
A entrambe le questioni la risposta è negativa, a parer mio.
Nel primo caso lo dico con amarezza. L'Inter per diventare il colosso che è ha svuotato dall'interno il calcio italiano. Lo vedremo tra qualche settimana in sudafrica. Quando a dominare in Italia erano Juventus e Milan in calcio italiano (che fino a prova contraria è espresso dalla nazionale e non da una spa con sede a milano) era tra i primi al mondo e spesso il primo.
Nel secondo caso, lo dico con mesta allegria, si vedrà già a dicembre negli emirati arabi.
Nel frattempo buona festa. Scusate per la mia assenza. Non lo faccio per ragioni morettiane. Ma perché trovo che non ci sia proprio nulla da festeggiare, se non l'intelligenza di Mourinho e la bellezza di Milito. Il resto è sconfitta essenziale mutata, non senza stravolgere e distruggere tutto il resto, in vittoria attuale.