domenica 2 dicembre 2012

Se oggi lo sconfitto è il PD. Ovvero perché ho provato a sostenere Renzi, pur non impazzendo per lui.

Ora che il secondo turno delle primarie è passato e che Bersani ha vinto con un pur non travolgente 60%, posso mettere qualche punto. Ho votato per Renzi pur non amandolo, semplicemente per sfrattare un sistema di potere che usurpa il PD contrastando le ragioni stesse per cui è nato. Renzi, un mio coetaneo bravo e ambizioso, probabilmente non sarebbe stato un grande presidente del consiglio, ma il messaggio che proponeva era il solo che si avvicinasse alle idee che tutti sostenevamo quando nel 2007 fondammo insieme il PD. Poi sono venuti fuori i pagnottisti, i sovietisti, gli intruppati, i federati, tutto quel corpaccione che ha raggrumato un corpo dirigente sordo e incapace che non ha saputo interpretare la crisi politica e sociale di questo paese e che non è riuscita a mettere all'angolo neppure Berlusconi, costringendo Napolitano a una funzione di supplenza ai limiti della Costituzione. Renzi era l'ariete contro questo muro che ha saputo resistere, troppo grande era la partita in ballo, intere carriere, stipendi, aspettative, promesse. Abbiamo perso una grande occasione, forse l'ultima per il pd. Per questo sono molto dispiaciuto, non perché Renzi dovrà rassegnarsi a rinunciare a Palazzo Chigi, del che nulla mi curo.