Molti dicono: mi sono candidato rispondendo a un invito. In
genere non si aggiunge di chi sia l'invito, né quali ne siano i motivi.
Io mi candido perché qualche motivo ce l'ho e provo ad
accennarlo qui.
Mi candido al Consiglio comunale di Pescara alle prossime
elezioni del 25 maggio, perché non è possibile seguire la politica solo
studiandola come problema storico o come nodo del presente, senza farsi carico
di aggregare consenso attorno a una proposta di programma con cui intervenire
nella realtà economica e sociale per migliorarla.
In questo atteggiamento io credo che sia possibile ritrovare
le ragioni per la bella politica. Secondo me si trovano nella passione,
nell’ascolto, nel confronto, nelle proposte che ne derivano e nell’attenzione
alla cultura, ai giovani, alle idee, all'impresa, alla qualità degli spazi
pubblici.
Questa è la ricetta per venire fuori dal fondo del pozzo in
cui pare trovarsi il dibattito pubblico a Pescara e per proporre una città che
sale, che riprenda il suo cammino di crescita al servizio di tutto l'Abruzzo,
ritrovando il suo rapporto speciale con l'Adriatico, nelle cui relazioni deve
tornare ad essere centrale.
La città che sale è il titolo di un famoso quadro di Umberto
Boccioni (1910-1911), nel quale l’artista voleva celebrare l’espansione vibrante e
dinamica della realtà moderna, con una vera e propria esaltazione dell’energia
e del lavoro che fervono in una dimensione urbana che si trasforma e cresce.
Ovviamente è solo una suggestione, ma credo trasmetta
entusiasmo, desiderio di cambiamento, progresso economico, civile e culturale,
realizzazione di una novità che sappia subentrare all’inadeguato e allo
stantio.
La città che sale è come io concepisco Pescara, è come
voglio che sia, come mi propongo di renderla con l'aiuto di tutti, sostenendo
il candidato Sindaco Marco Alessandrini.
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U. Boccioni, La città che sale, 1910-1911 |