giovedì 3 febbraio 2011

La Marca d'Egitto

Prima che a qualcuno venga in mente di definirci «Marca orientale», ricordiamo che con questo nome il Terzo Reich chiamò l’Austria dopo l’Anschluss , riesumando l’antica denominazione carolingia di quel paese.

Marca indica un territorio presidiato militarmente e utilizzato come bastione contro i nemici esterni.

Per questa ragione riesce difficile capire la ragione per cui il gruppo consiliare del PD alla Regione abbia intitolato “la Marca Adriatica” un convegno a illustrazione del quale compare sul manifesto il disegno delle regioni costiere del nostro mare.

Se si vuole lavorare seriamente al progetto di costruire relazioni tra le comunità adriatiche sarebbe il caso di proporre un nome diverso da quello che evoca mura, fossati, ponti levatoi, cavalli di frisia e casematte. Un nome da Vallo Atlantico, tanto per capirci.

Diverso era il senso della proposta di Luciano D’Alfonso e di Giovanni Di Giandomenico che hanno richiamato il precedente storico della marca adriatica di Federico II per stimolare la classe dirigente di tre regioni a riprendere in mano le analisi della Fondazione Agnelli che suggerivano la creazione di una macroregione adriatica. Una necessità ineludibile in vista del nuovo assetto federale che si va strutturando.

Torniamo a un punto dolente. Chi siede oggi nelle istituzioni democratiche spesso non solo non propone, ma rischia di fraintendere quello che gli viene proposto. Le sole schede elettorali selezionano la classe dirigente?

www.quotidianodabruzzo.it, 3 febbraio 2010, rubrica "A fin di bene".

Nessun commento: