sabato 11 ottobre 2008

e il Centro titola: nel PD Presutti contro Pezzopane

dal Centro di sabato 11 ottobre, pagina 12

L’Aquila e Pescara divise come 37 anni fa
Cialente: il doppione è uno spreco immorale. Nel Pd Presutti contro Pezzopane

di Giustino Parisse

L’AQUILA.Oggi L’Aquila non ci sarà. Nessun rappresentante del capoluogo di Regione parteciperà all’inaugurazione della sede del consiglio regionale a Pescara. «E’ una cosa immorale» ha detto il sindaco dell’Aquila, Cialente. Dopo 37 anni la Regione torna a dividere L’Aquila e Pescara.
La posizione del sindaco arriva 24 ore dopo quella della presidente della Provincia Stefania Pezzopane che aveva parlato di «spreco di denaro e inutile doppione». E proprio questa dichiarazione spacca anche il Partito democratico. Marco Presutti dirigente regionale del Pd, chiede le dimissioni della collega di partito dalla presidenza del Pd regionale.
«Questa regione ha bisogno di unità e chi ha funzioni regionali deve spendersi per garantirle, senza evocare i fantasmi dei campanilismi», sottolinea Presutti, «per questo, io da nativo dell’Aquila e figlio di un aquilano, vivo a Pescara per ragioni di lavoro mi sento offeso e umiliato dalla polemica della Pezzopane. Io ritengo che è una sede legittima perchè lo statuto prevede che il consiglio si riunisca all’Aquila e Pescara. Finora, inoltre, si spendevano soldi dei fitti, semmai così si evita uno spreco. La polemica è quindi fuori luogo. A questo punto o Stefania Pezzopane riconosce di aver sbagliato, oppure se persiste in questo atteggiamento di irresponsabilità istituzionale, è evidente che non può continuare a svolgere la funzione di presidente del Pd abruzzese. Se non si scuserà o presenterà le dimissioni non parteciperò più ai lavori dell’assembla regionale del Pd».
La Pezzopane replica indirettamente: «Dopo il mio no alla partecipazione all’inaugurazione» ha detto «ho ricevuto decine di sms di persone che si sono dette d’accordo con me. Quella nuova sede è uno schiaffo ai tanti che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese e anche al ruolo istituzionale dell’Aquila capoluogo». La nuova sede del consiglio regionale di Pescara è costata circa 10 milioni di euro e per far funzionare gli uffici (soprattutto quelli dei gruppi consiliari) avrà bisogno di personale aggiuntivo a quello che già esiste. Una montagna di soldi per dotare la Regione Abruzzo, caso forse unico in Italia, di ben tre aule consiliari: quella “vecchia” all’Aquila (che ancora è in funzione), quella nuova sempre all’Aquila (pronta da tempo ma ancora inutilizzata) e quella nuova a Pescara che, tra l’altro, è ancora tutta da fare visto che attualmente nel palazzo acquistato dalla Regione c’è solo una sala congressi non attrezzata per eventuali consigli regionali. Insomma un pasticcio che butta benzina sul fuoco sul contestatissimo compromesso che nel 1971 - fra proteste, barricate e cariche dei celerini - di fatto divise gli uffici della Regione un po’ all’Aquila e un po’ a Pescara. Il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente è durissimo: «Nel momento in cui si tagliano fondi a istituzioni culturali - che sono il vanto dell’Aquila - e persino alla mensa dei poveri, si dà vita a una vera e propria fiera dello spreco e dell’inutile. Non me la sento di partecipare alla triste danza che si consumerà intorno al bisonte che muore».

Devo riconoscere che a parte qualche solecismo il giornale ha riportato correttamente il mio pensiero, senza indulgere ai sensazionalismi. è saltata del tutto, invece, penso per ragioni di spazio, il riferimento alla lista che ho coordinato sul piano regionale alle primarie del partito, la lista Letta. Con quella lista, infatti, noi abbiamo perseguito una posizione di unione tra le componenti del partito e tra i territori della regione. Quella politica ci ha premiato e ci ha attribuito il 10 % alla primarie del 14 ottobre del 2007. Per questa ragione non ho potuto tacere di fronte ai risorgenti campanilismi pezzopaniani.

Il giornale ha reso più tirata l'uscita sulla prima pagina nella quale oggi si legge

Oggi nel capoluogo adriatico l’apertura di una nuova sede La Regione divide L’Aquila e Pescara Cialente e Pezzopane disertano la cerimonia, lite anche nel Pd L’AQUILA.Un salto all’indietro nel tempo di 37 anni. E’ questo l’effetto della inaugurazione, prevista oggi nel capoluogo adriatico, della sede pescarese del consiglio regionale. Come nel 1971, quando di decise di “spartire” gli assessorati, L’Aquila (capoluogo regionale) e Pescara tornano a dividersi. La cerimonia di stamani sarà disertata dal sindaco dell’Aquila Cialente e dalla presidente della Provincia, Pezzopane. Ed è scontro anche nel Pd. Presutti chiede le dimissioni della Pezzopane che ieri aveva detto: «La doppia sede è inutile e costosa».

Condivido pienamente il fatto che questa inutile uscita polemica della presidente Pezzopane ci faccia compiere un salto indietro di 37 anni.
Cara Pezzopane, guarda che io ne ho solo 34!!!

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ore 16,00
ho appena inviato per mail una lettera all'assemblea regionale del PD attualmente in corso, nella quale spiego perché non parteciperò all'incontro. Spero che venga letta. A beneficio delle moltitudini di lettori della miscellanea la riporto per intero:

Pescara, 11 ottobre 2008

Al Segretario Regionale
del Partito Democratico d’Abruzzo

Ai Componenti l’Assemblea Regionale
del Partito Democratico d’Abruzzo

Loro sedi


Cari amici,
oggi non parteciperò con voi all’Assemblea regionale convocata a Sulmona.
Questa assenza è motivata da una scelta politica.
Non è ammissibile che la presidente dell’Assemblea, dott.ssa Stefania Pezzopane, dia spazio a polemiche di taglio campanilistico che, a prescindere dal merito più che discutibile, veicolano elementi pericolosi di rottura e di frizione in una regione che oggi più che mai ha bisogno di unità per superare la presente crisi economica e politica.
Come abruzzese nato da un aquilano e da una pescarese che hanno scelto di amarsi e di costruire una famiglia nei primi anni Settanta, mentre tanti loro concittadini si combattevano in una lotta tanto grottesca quanto sterile, non posso accettare che chi ha responsabilità regionali favorisca nuovi e sciagurati rigurgiti localistici.
La classe dirigente del Partito Democratico deve dimostrare di avere un progetto complessivo per tutto l’Abruzzo, evitando di percorrere la strada facile, ma pericolosa ed improduttiva, del consenso municipalistico.
Su questa posizione lo scorso anno ci siamo candidati alle primarie con le Liste di Enrico Letta che hanno ottenuto complessivamente circa il 10% dei consensi degli abruzzesi.
Questa posizione resta ancora oggi ferma per me e per gli amici che in tale linea vogliono riconoscersi.
Da qui dobbiamo ripartire per restituire forza ed autorevolezza al nostro partito anche alle prossime elezioni regionali.
Da liberale e da democratico, tuttavia, non voglio stigmatizzare o censurare comportamenti altrui, ma chiedo che la presidente Pezzopane chiarisca la sua posizione.
Se le sue dichiarazioni alla stampa sono state fraintese lo dica e contribuisca anche lei all’integrazione tra i nostri territori. Se, invece, il suo pensiero di oggi resta quello pubblicato ieri sulla stampa, credo che la dott.ssa Pezzopane non possa più essere la presidente dell’Assemblea, la presidente che anche io ho votato.
Confido che la presidente voglia chiarire al più presto la sua posizione, anche approfittando dell’assemblea di oggi e rilanciando un segnale di unità.
Fino a quando non ci sarà questo chiarimento indispensabile, per rimarcare l’importanza di questo tema, con rammarico non potrò più partecipare ai lavori dell’Assemblea regionale.
Con cordiale amicizia vi saluto tutti, augurandovi buon lavoro per l’Abruzzo


Marco Presutti

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alle 22,00 dello stesso 11 ottobre ho appreso che la mia lettera non è stata letta ai membri dell'Assemblea Regionale, né si è fatto cenno del suo contenuto neppure per sommi capi nel corso della riunione. Ne consegue che, ovviamente, la dr.ssa Stefania Pezzopane non ha chiarito in alcun modo il senso delle sue dichiarazione campanilistiche, né le ha sconfessate in alcun modo.
Ma che bel partito democratico il nostro, più che altro un democratico partito, chissà come sarà una volta arrivato.

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