martedì 21 ottobre 2008

Salva l'Italia? E come può farlo un PD in mano ai fiaccolari?

Il più grande partito riformista della storia d'Italia sceglie come sua prima iniziativa nazionale una manifestazione di piazza per protestare contro il governo che contribuirebbe a determinare il declino politico, economico e morale del Paese. Basta leggere la motivazione di questa proposta per cogliere un'impostazione politica e culturale che rinnega alla radice il profilo riformista che dovrebbe caratterizzare il Partito Democratico. Un tradimento che ha un responsabile evidente: la leadership nazionale in difficoltà dopo la sconfitta elettorale di primavera. Dopo aver fatto deragliare il Governo Prodi nella speranza di incassare nelle urne un successo facile sulle ali della novità, dopo una balbettante e farsesca fase post elezioni di amoreggiamenti con Berlusconi, si torna alla classica strategia dell'autunno caldo per consolidare la forza della dirigenza nel fronte interno al partito. Se questa linea poteva funzionare nel Partito Comunista Italiano, non va bene per il Partito Democratico. Abbiamo bisogno di una classe dirigente in grado di incalzare e di mettere all'angolo il Governo Berlusconi avanzando idee e proposte di riforma più intelligenti e coraggiose. Salviamo l'Italia? Certamente, ma solo se salviamo il PD dalla dittatura molle dei "fiaccolari".

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