lunedì 9 dicembre 2013

Non una biblioteca svenduta, una memoria profanata



Sabato, passeggiando per piazza Salotto, ho visto una bancarella di libri. Mi sono fermato incuriosito, perché ho visto che non era la solita rivendita di pubblicazioni improbabili e cartonate di libri a poco prezzo, ma un vero e proprio scaffale letterario: libri di linguistica, di dialettologia, di critica della letteratura. Un insieme organico, una biblioteca di studio, molti i titoli recenti.
Ho pensato, è morto un collega, i dannati eredi ne hanno venduto la biblioteca a un rigattiere per un pugno di euro. Avranno vuotato il suo appartamento, bisticciando per i mobili migliori, per qualche quadro, forse per qualche argento. I libri svenduti al quintale.
Sono rimasto avvilito. Quei volumi, testimoni di una frequentazione quotidiana di una mente interrogante, sono esposti nudi agli sguardi dei passanti.
Non erano più libri per me, ma una memoria profanata.
Terribile empietà di sopravvissuti incolti.

Nessun commento: