I
fondi disponibili per il miglioramento dell'offerta formativa delle
scuole italiane ammontano a 984 milioni di euro, di questi tempi nemmeno
pochissimi. Peccato, però, che i sindacati abbiano fatto una battaglia
per segare via una fetta di 463 milioni da destinare per gli scatti al
personale, che sono congelati dal 2010 per le note strettezze della finanza
pubblica.
Ma perché destinare una quota così rilevante
di fondi a tal fine, sottraendola ad attività che possono migliorare la qualità della scuola?
Il vantaggio è per la parte senescente del
corpo docente, quella prossima alla pensione. Lorsignori vanno via
col sistema retributivo e uno scatto sullo stipendio si traduce in un aumento
della pensione. I sindacati per questo s'adoperano, confermando che
quando parlano di scuola, parlano di pagnotte per i loro iscritti
(prevalentemente pensionandi e pensionati).
“Meccanicismo”, il testamento intellettuale di Giorgio Israel
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«Il titolo è già chiaro nell’indicare il principale proposito del libro, ma
non rende chiara la ricchezza dell’indagine che Israel offre al lettore.
Par...
5 anni fa
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